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Promessa di vendita o contratto di vendita provvisoria: scoprite subito la differenza!

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Promessa di vendita o compromesso, difficile fare la differenza… Fortunatamente, da Deplanche Immobilier France, ti spieghiamo tutto! Quando si desidera acquistare o vendere un immobile, è comune firmare un documento che ufficializza l'accordo tra le parti. Tuttavia, esistono due tipi di documenti che possono essere utilizzati: la "promessa di vendita" e il "compromesso di vendita". Sebbene questi due termini vengano spesso confusi, è importante conoscerne le differenze per evitare qualsiasi confusione o malinteso. In questo articolo, esamineremo le differenze tra la promessa di vendita e il compromesso di vendita.

La Promessa di Vendita

Nella promessa di vendita (chiamata anche "promessa unilaterale di vendita"), il proprietario si impegna nei confronti del potenziale acquirente (detto beneficiario) a vendere il proprio immobile a un prezzo determinato. Concede quindi in esclusiva un'opzione per un periodo limitato (generalmente da due a tre mesi).

Durante questo periodo, il proprietario non può rinunciare alla vendita né proporre l'immobile a un altro acquirente. Il potenziale acquirente, invece, beneficia di questa promessa per decidere se acquistare o meno—un vantaggio indiscutibile! In cambio, versa al venditore un'indennità di immobilizzazione, generalmente pari al 10% del prezzo di vendita. Se decide di acquistare, questa somma verrà detratta dall'importo totale da pagare. Se, invece, rinuncia all'acquisto o non manifesta la sua accettazione entro il termine dell'opzione, l'indennità resterà acquisita dal proprietario a titolo di risarcimento, a meno che non si realizzi una delle condizioni sospensive del preliminare, ad esempio nel caso in cui l'acquirente non ottenga il finanziamento.

Per essere valida, la promessa di vendita deve essere registrata presso l'agenzia delle entrate entro 10 giorni dalla firma. Inoltre, se la durata dell'accordo supera i 18 mesi, deve essere stipulata come atto autentico. I diritti di registrazione, a carico dell'acquirente, ammontano a 125 €. Acquirenti e venditori, desiderosi di concludere rapidamente la transazione, a volte pensano che la firma del preliminare non comporti un grande impegno. Questo è falso: nonostante il nome, questo accordo preliminare è un vero e proprio "contratto" che impone obblighi importanti a entrambe le parti. Permette loro di precisare le condizioni della futura vendita e di formalizzare il loro accordo. Sebbene non sia legalmente obbligatorio, questo documento si rivela essenziale.

Il Compromesso di Vendita

Nel compromesso di vendita (o "promessa sinallagmatica di vendita"), sia il venditore che l'acquirente si impegnano reciprocamente a concludere la vendita a un prezzo concordato. Giuridicamente, il compromesso equivale a una vendita. Se una delle parti si ritira dalla transazione, l'altra può farla valere per via legale, richiedendo anche un risarcimento danni.

La firma del compromesso è accompagnata dal versamento, da parte dell'acquirente, di una somma pari a circa il 5-10% del prezzo di vendita. Questo importo, chiamato deposito cauzionale, verrà detratto dal prezzo finale al momento della firma dell'atto notarile. A differenza della promessa di vendita, il compromesso non deve essere registrato presso l'agenzia delle entrate. Questa assenza di costi rappresenta un vantaggio significativo.

Tuttavia, in caso di controversie sulla realizzazione delle condizioni sospensive, le parti rimarranno vincolate dal compromesso di vendita, salvo accordo amichevole o decisione giudiziaria. Nel caso di una promessa unilaterale di vendita, invece, le parti riacquistano la loro libertà se l'acquirente non esercita l'opzione.